Curiosità
La storia di Peruzzo si perde nella notte dei tempi.
All’interno dell’azienda si trova Caminino, che nel Medioevo era un’importante chiesa e oggi, accuratamente ristrutturata, ospita un resort di grande fascino. L’edificio colonico mostra ancora le tracce dell’originaria destinazione, nella bifora della facciata, nel perimetro delle absidi, nel grande salone diviso in tre navate da colonne sormontate da rustici capitelli.
La popolazione dei paesi vicini vi si recava per le principali cerimonie religiose e per venerare san Feriolo, il legionario romano convertito al cristianesimo che la leggenda narra sia stato ucciso a causa della sua fede presso la sorgente di Caminino.
Il culto del santo è del resto ancora legato all’acqua, che ha sempre avuto grande importanza nella società contadina. Si prega san Feriolo per far piovere e si beve l’acqua miracolosa della sorgente per guarire da una malattia o nella speranza di rimanere incinte.
Tali credenze hanno probabilmente origini antiche, pagane, che la Chiesa ha poi legittimato e cristianizzato attraverso la figura del martire Feriolo.
Dai santi ai briganti…
A Peruzzo si lega infatti anche la memoria di Antonio Magrini, detto il Basilocco, il brigante originario di Montiano che tra Otto e Novecento, accusato di un omicidio, si nascose nei boschi vivendo di furti e rapine.
Era questo del resto un fenomeno frequente in Maremma, dove l’estrema povertà spingeva i più ribelli a vivere di espedienti, e sfuggire al controllo delle forze dell’ordine dandosi alla latitanza. Spesso i briganti potevano contare sull’appoggio della popolazione, che ne condivideva le misere condizioni di vita e offriva loro ospitalità.
Così il Basilocco, che nella notte del 15 febbraio 1904 fu sorpreso e ucciso dai carabinieri mentre si trovava nel podere Serratina, all’interno della fattoria di Peruzzo, ospite del colono Gildo Pecorini.
Aveva solo 28 anni ma nelle foto scattate all’epoca ci appare come un bell'uomo maturo, con i baffoni alla moda e la carnagione scura di chi è abituato a vivere all’aperto.
La leggenda racconta che fosse l’amante della moglie del contadino, che forse lo denunciò per vendetta, e non dispiace immaginare che ancora si aggiri furtivo tra i boschi intorno alla casa, a custodire le atmosfere di un mondo che ormai non esiste più.